Il Settimo Giorno
Settimanale - Domenica 3 Ottobre 2021 - Anno 1 · N. 5
esteri Lunedì
Elezioni in Germania, risultati provvisori, Spd al 25,7%. Scholz: 'Cdu e Csu devono andare all'opposizione'

'Gli elettori hanno espresso la loro volontà in modo molto chiaro: hanno rafforzato Spd, Verdi e Liberali. E questi tre devono guidare il nuovo governo'

Il voto in Germania: il partito socialdemocratico Spd ha vinto le elezioni parlamentari, segnando la fine dell'era Merkel, con il 25,7% dei voti, leggermente davanti ai conservatori, secondo un conteggio ufficiale provvisorio annunciato stamattina dalla Commissione elettorale federale. Il campo conservatore Cdu-Csu ha ottenuto il 24,1% dei voti, il peggior risultato della sua storia, mentre i Verdi sono arrivati al terzo posto con il 14,8%, seguiti dal partito liberale Fdp con l'11,5%.

"Cdu e Csu non hanno soltanto perduto molti voti, ma hanno anche avuto il messaggio dagli elettori che adesso non potranno più stare al governo, ma dovranno andare all'opposizione", ha detto Olaf Scholz a Berlino, in uno statement alla sede dell'Spd dopo la vittoria. "Gli elettori hanno espresso la loro volontà in modo molto chiaro: hanno rafforzato Spd, Verdi e Liberali.

E questi tre devono guidare il nuovo governo". "Si vede qui un Spd molto felice! Due vincitrici e un vincitore", ha detto ancora Olaf Scholz, al fianco di Franziska Giffey, che ha vinto le elezioni a Berlino e sarà la prima sindaca della capitale, e al fianco della ministra presidente uscente Manuela Schwesig, che ha trionfato nel Land del Meclemburgo-Pomerania Anteriore.

"Ieri abbiamo vissuto una pesante sconfitta", ha detto il candidato di punta Dieter Bartsch della Linke, in conferenza stampa a Berlino, commentando il risultato (4,9%). "Andranno tratte le conseguenze", ha aggiunto. Bartsch ha citato "l'immagine frammentata e scissa" rimandata dal partito negli anni scorsi, concausa dell'esito delle urne. "Noi saremo all'opposizione", ha concluso.

tecnologia Martedì
Telegram oscura chat no vax, ha violato termini servizio

La Procura di Torino ne aveva chiesto il sequestro

"Questo canale non può essere visualizzato perché ha violato i Termini di Servizio di Telegram": è quanto si legge da questa notte se si tenta di accedere a 'Basta Dittatura', la Chat No Vax e No Green pass seguita da migliaia di persone in tutta Italia, che la utilizzavano anche per autoconvocarsi alle manifestazioni. Nelle scorse settimane, la Procura di Torino aveva emesso un decreto di sequestro dopo che erano stati pubblicati indirizzi e numeri di telefono di Palazzo Chigi, del governatore del Piemonte, Alberto Cirio, e altri politici e di noti virologi.

La stessa pm che indaga era finita nel mirino della chat.

La procura di Torino nelle scorse settimane aveva richiesto, con un decreto, la "collaborazione volontaria" gli amministratori di Telegram, società che ha sede a Dubai. I reati ipotizzati dai magistrati torinesi erano istigazione a delinquere e violazione della privacy dopo la divulgazione nel canale 'Basta dittatura' di numeri di telefono e indirizzi di politici, giornalisti e virologi. C'erano state inoltre le minacce anche al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sempre questa notte è stata oscurata anche la pagina "Basta Dittatura Chat", popolata da oltre 7mila utenti. L'incitazione alla violenza configurerebbe la violazione dei termini di servizio della piattaforma fondata da Pavel Durov.

ambiente Mercoledì
Youth4Climate: chiudere le industrie basate su fonti fossili entro il 2030

Presentato a Milano il documento finale della conferenza dei giovani sul clima. Draghi incontrerà Greta

Chiudere entro il 2030 le industrie legate alle fonti fossili di energia. E' la richiesta più rivoluzionaria che è uscita dalla Youth4Climate, la conferenza dei giovani sul clima, iniziata ieri a Milano. E' contenuta nel documento finale, reso noto stasera, che domani mattina sarà presentato all'apertura della Pre-Cop26, sempre a Milano: il meeting preparatorio della conferenza annuale dell'Onu sul clima, la Cop26, prevista a novembre a Glasgow. Il documento dei quasi 400 giovani delegati da 186 paesi chiede anche il coinvolgimento di ragazze e ragazzi nei processi decisionali sulla lotta alla crisi climatica, con stanziamento di fondi; una ripresa dopo la pandemia basata sulla transizione energetica verso le rinnovabili, su posti di lavoro dignitosi, il rispetto delle popolazioni locali, una finanza per il clima; obiettivi di zero emissioni per aziende e istituzioni e la fine di qualsiasi finanziamento alle fonti fossili; un sistema educativo che crei consapevolezza sulla crisi climatica. A ricevere il messaggio domani, all'apertura della Pre-Cop26 a Milano, ci saranno Sergio Mattarella e Mario Draghi in presenza, e Boris Johnson e Antonio Guterres da remoto. Oggi alla Youth4Climate è intervenuto anche Papa Francesco, con un videomessaggio, e ha ribadito concetti simili a quelli espressi ieri da Greta Thunberg: la crisi climatica nasce anche dalle ingiustizie sociali, e i due problemi non possono essere affrontati separatamente. "Desidero ringraziarvi - ha detto il papa - per i sogni e i progetti di bene che voi avete e per il fatto che vi preoccupate tanto delle relazioni umane quanto della cura dell'ambiente. Grazie. È una preoccupazione che fa bene a tutti. Questa visione è capace di mettere in crisi il mondo degli adulti, poiché rivela il fatto che non solo siete preparati all'azione, ma siete anche disponibili all'ascolto paziente, al dialogo costruttivo e alla comprensione reciproca". Greta Thunberg ieri aveva detto che "la crisi climatica è sintomo di una crisi di più ampio respiro, la crisi sociale della ineguaglianza, che viene dal colonialismo". E poi "i nostri leader fanno finta di ascoltarci", ma il loro è solo "bla bla bla". Oggi il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, è tornato alla Youth4Climate e ha avuto un incontro con i giovani delegati. "Greta non ha detto che noi siamo solo chiacchiere - ha commentato -, ma che c'è stato troppo bla bla bla. Probabilmente ha anche ragione". Alla conferenza oggi è intervenuto da remoto anche il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi: "L'educazione è cruciale nella lotta ai cambiamenti climatici". Papa Francesco oggi non ha parlato di clima e giustizia sociale solo ai giovani riuniti a Milano. In un messaggio a un evento del Consiglio d'Europa, ha detto che sul riscaldamento globale "non c'è più tempo per aspettare, bisogna agire". E in un tweet per la Giornata mondiale contro lo spreco alimentare, il pontefice ha detto che "lottare contro la piaga terribile della fame vuol dire anche combattere lo spreco. Scartare cibo significa scartare persone". Il legame fra sostenibilità ambientale e giustizia sociale oggi è stato ribadito anche dal direttore della Fao (l'agenzia dell'Onu per l'alimentazione), Qu Dongyu: "Il modello di business di oggi ci sta portando dove non dovremmo essere. La crisi alimentare, i conflitti, infestazioni e malattie animali stanno esacerbando l'insicurezza alimentare già esistente". Per la Fao ogni anno vengono sprecate 931 milioni di tonnellate di cibo, mentre 811 milioni di persone soffrono la fame. Un rapporto dell'agenzia diffuso oggi spiega che l'Africa è particolarmente vulnerabile al cambiamento climatico, e che la proprietà locale e il coinvolgimento delle parti interessate sono gli strumenti fondamentali per contrastarlo.

cronaca Giovedì
Mimmo Lucano e la parabola del 'modello Riace'

Per Fortune era tra i politici più influenti. Poi l'arresto e la condanna

Dal quarantesimo posto nella classifica 2016 dei 50 leader più influenti del mondo della rivista americana "Fortune" alla condanna a 13 anni e due mesi di reclusione. E' la parabola che ha travolto e stravolto la vita di Domenico "Mimmo" Lucano e di Riace, borgo che ha guidato come sindaco per anni facendolo diventare famoso nel mondo come modello di accoglienza e integrazione per i migranti giunti nel nostro Paese.

Una storia, quella di Lucano e di Riace, cominciata quasi per caso nel 1998, con lo sbarco di duecento profughi dal Kurdistan a Riace Marina. Lucano e l'associazione Città Futura decisero che dovevano fare qualcosa. E così aprirono le porte delle tante case lasciate vuote da un'emigrazione che stava condannando Riace a diventare un paese fantasma, ai nuovi arrivati. Ma Lucano capì che la semplice accoglienza non era sufficiente. E così anno dopo anno "Mimmo", come tutti lo chiamano, ha orientato l'attività della sua amministrazione all'integrazione dei rifugiati e degli immigrati irregolari. Ha aperto scuole, finanziando micro attività, ha realizzato laboratori, bar, panetterie ed ha messo in piedi anche la raccolta differenziata porta a porta, che era garantita da due ragazzi extracomunitari che la trasportavano sul dorso di asini. Nasce anche una moneta speciale per aiutare gli immigrati nelle spese giornaliere in attesa dell'arrivo dei fondi europei. E nella parte storica del paese nasce quello che era il fiore all'occhiello di Riace, quel "villaggio globale" fortemente voluto da Lucano e diventato famoso nel mondo, dove l'integrazione si toccava con mano. Si calcola che in 17 anni siano passati almeno 6mila richiedenti asilo provenienti da oltre 20 Paesi del mondo. E molti di loro hanno deciso di rimanere in questo piccolo borgo arroccato sulle pendici a 7 chilometri dal mare Ionio.

Il nome di Riace comincia a circolare nel mondo non più o non solo come il luogo dove furono trovati i famosi Bronzi, ma per l'efficacia delle politiche di integrazione messe in atto dal suo sindaco. Nasce il "modello Riace". I riflettori si accendono sul borgo, Lucano viene preso ad esempio di un modo nuovo ed efficace di fare accoglienza. Non mancano, ovviamente, le voci critiche, soprattutto dall'area di centrodestra, ma Lucano va avanti per la sua strada. Che si interrompe improvvisamente la mattina del 2 ottobre 2018, quando la Guardia di finanza gli notifica un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa su richiesta della Procura di Locri proprio per la gestione del "Modello Riace". Pesanti le accuse che gli vengono contestate alle quali in tanti non credono. Il paese inizia a svuotarsi dei migranti, le botteghe artigiane tirano giù le serrande. Il turismo, che il "modello Riace" aveva incentivato, viene meno. Che la parabola di Lucano, adesso, sia orientata verso il basso lo si capisce anche alle comunali del maggio 2019, quando l'ex sindaco non riesce a farsi eleggere come consigliere comunale.

Nonostante le vicissitudini giudiziarie e politiche, la fiducia riposta da molti in Lucano non viene meno e tanti sono convinti che il processo, intanto istruito dalla Procura di Locri sulle presunte irregolarità nella gestione dei migranti a Riace, finirà con un'assoluzione. Certezze che si sono infrante alla lettura del dispositivo della sentenza che condanna l'ex sindaco ad un pena che è quasi il doppio di quella chiesta dalla Procura. Una condanna che tuttavia non convince i sostenitori di Lucano, la cui parabola, in ogni caso e in attesa del processo di appello, segna adesso il punto più basso.

economia Venerdì
Riforma del fisco in due step, con una delega il riordino sconti

Giù le tasse in manovra. Nodo catasto. Si studia il ritocco del Superbonus

Un intervento in due tempi, con un antipasto di taglio delle tasse già in manovra e la riforma complessiva del sistema fiscale con una delega che dovrebbe contenere, dopo anni di annunci, anche il riordino di sconti e agevolazioni. Il governo punta a chiudere entro il prossimo mese la complessa partita del fisco e impostare il lavoro che in prospettiva porterà non solo alla riforma dell'Irpef ma anche alla revisione del catasto.

Temi, però, ad alta tensione politica. Tanto che il primo strappo si potrebbe consumare la prossima settimana, quando il premier Mario Draghi porterà in Consiglio dei ministri il testo che dà la cornice alla riforma del registro degli immobili. Matteo Salvini schiera infatti la Lega su una posizione di ostilità assoluta.

Che si tratti di una "sfida di grandi proporzioni" lo mettono in evidenza anche i tecnici della commissione del Mef che hanno stilato la relazione annuale sulle tax expenditures, che nel frattempo continuano a lievitare: quelle attive nel 2021 sono 602, settanta in più del 2020, e valgono 68 miliardi, senza considerare le agevolazioni che rientrano "nell'assetto 'normale' " del sistema del prelievo, come le detrazioni da lavoro dipendente o per i figli a carico, che peraltro dovrebbero essere sostituite da gennaio dall'assegno unico. Una riforma "organica", "di ampia portata e destinata a durare a lungo" come quella in cantiere, osservano ancora i tecnici, richiede analisi approfondite e soprattutto "un ampio consenso". Che ancora non c'è.

Un confronto formale tra governo e maggioranza ancora non è stato fissato, né sulla delega né sull'intero pacchetto fiscale, che potrebbe comporsi anche di un decreto collegato alla manovra, ma il cdm sul fisco potrebbe essere preceduto da una cabina di regia. Nel decreto si starebbe valutando di inserire alcune misure sulle cartelle, dal rientro a piani di rate a una diluizione di quelle sospese durante l'emergenza Covid. La riforma vera e propria della riscossione potrebbe essere invece un capitolo della delega, anche se le commissioni Finanze la prossima settimana voteranno una relazione in cui si chiederà, anche in questo caso, di anticipare qualche misura già alla legge di Bilancio. In manovra di sicuro arriverà "qualche primo passo sull'alleggerimento del carico fiscale", ha confermato, con cautela, il ministro dell'Economia Daniele Franco: il conto delle risorse a disposizione si farà solo nella composizione dell'intero puzzle della legge di Bilancio. Si parte dai 2,3 miliardi del fondo per la riforma già a bilancio e dal tesoretto "potenziale" di 4,3 miliardi che arriva dal contrasto all'evasione che però potrebbe non essere tutto destinato al calo delle tasse. Ancora è da stabilire se si interverrà sull'Irap o già con una prima riduzione dell'Irpef per il ceto medio, mentre la riforma complessiva del prelievo sarà rinviata alla delega.

Tutto nella delega sarà invece lo spinosissimo capitolo catasto, cui dovrebbero però essere dedicate poche righe, con mandato al Parlamento a rivedere le norme catastali e forse un riferimento esplicito all'assenza di tasse sulla prima casa. Ma non basta questo a rassicurare il centrodestra. Matteo Salvini non crede alla promessa di Draghi di non aumentare le tasse per nessuno: "E' una magia. Come si fa? O è inutile o qualcuno pensa a un giochino", dichiara. Il ragionamento, che anche Giorgia Meloni fa suo, è che cambiare gli estimi catastali vorrebbe dire aumentarli e quindi ad esempio far salire la tassa di successione o l'Isee per le famiglie meno abbienti. Draghi ha parlato però di una emersione degli immobili non dichiarati, con una operazione di trasparenza. Ed è in nome di queste proposte che Enrico Letta schiera a favore il Pd. Alla digitalizzazione si era detto favorevole anche Antonio Tajani, ma dentro Fi la proposta non sembra convincere molti: "Non credo ci sia una stangata in vista", tranquillizza Mara Carfagna.

economia Sabato
Confindustria, stop industria a agosto-settembre ma più fiducia

Si ferma salita produzione. Molto migliorate le attese a 3 mesi

"Si ferma la salita della produzione industriale in agosto (-0,2%) e settembre (-0,3%)" ma "rimangono positive le prospettive", rileva il Centro studi di Confindustria con l'indagine rapida sulla produzione industriale "cresciuta nel terzo trimestre del 2021, secondo quanto rilevato dalle imprese intervistate dal CsC, dello 0,5% trimestrale, ovvero un ritmo fisiologicamente più contenuto di quanto osservato nei primi due (quando era aumentata rispettivamente di +1,2% e +1,5%). "D'altra parte - rilevano gli economisti di via dell'Astronomia - sono molto migliorate le attese sull'andamento dell'economia nei prossimi tre mesi".

"Le prospettive rimangono quindi positive", indica il Centro studi di Confindustria, rilevando che "la domanda si è confermata forte come testimoniato non solo dal dato elevato in prospettiva storica dei giudizi sugli ordini, ma anche dal quinto mese consecutivo di giudizio negativo sulle scorte.

L'incertezza sulle possibili ricadute economiche di eventuali irrigidimenti delle restrizioni amministrative dovute alla pandemia si è molto attenuata grazie alle percentuali di copertura raggiunte dalle vaccinazioni". Gli economisti di via dell'Astronomia spiegano, sul fronte della produzione industriale, che "gli indicatori congiunturali relativi al terzo trimestre hanno continuato a segnalare una dinamica espansiva dell'attività nell'industria, ma in leggera attenuazione: la fiducia delle imprese manifatturiere e dei servizi ad agosto e settembre è peggiorata, per via del rallentamento dei giudizi e delle attese sui livelli di produzione, e sugli ordini (ancora comunque molto espansivi), per via del canale estero. Nonostante il grado di utilizzo degli impianti da parte delle imprese manifatturiere nel secondo trimestre abbia raggiunto il valore più alto dal dicembre 2018 (77,4%), la scarsità di manodopera e l'insufficienza di materiali sono stati percepiti come fattori di crescente ostacolo alla produzione". L'indice pmi manifatturiero di settembre ha mantenuto un profilo espansivo per il quindicesimo mese consecutivo, "ma meno che in agosto.In termini trimestrali, la media del terzo è stata più bassa del 2,3% rispetto a quella del secondo. Secondo le imprese del campione di IHS-Markit, hanno pesato negativamente le interruzioni sulla catena di distribuzione, che hanno indotto un ulteriore allungamento dei tempi medi di consegna e un incremento del lavoro inevaso. Un altro elemento che potrebbe aver inciso negativamente a settembre, e potrebbe dispiegare alcuni effetti sfavorevoli anche nei mesi a venire, è la moderazione dell'attività economica dei partner commerciali: la produzione tedesca nel secondo trimestre è scesa dell'1% congiunturale, quella francese dello 0,9%".

tecnologia Domenica
Crisi chip pesa sempre più su smartphone, -50 mln unità 2021

Analisti, 90% settore interessato ad approvigionamento

Dopo l'auto, la crisi dei chip comincia a farsi sentire concretamente anche nel mercato degli smartphone. Secondo numeri aggiornati della società di analisi Counterpoint Research, nel 2021 verranno spedite quasi 50 milioni di unità in meno rispetto alle stime precedenti allontanando il settore dal risultato del 2019, l'anno di normalità più recente.

Secondo gli analisti, il 90% del settore sarà interessato da questi problemi e la situazione avrà un impatto più evidente sul secondo semestre di quest'anno: stimano che le unità totali di smartphone spedite per il 2021 dovrebbero crescere del 6% annuo a 1,41 miliardi di unità, mentre le previsioni precedenti parlavano di una crescita del 9% e di 1,45 miliardi di unità.

Nel 2019 erano stati spediti 1,479 miliardi di smartphone.

Gli analisti riportano che i produttori di smartphone hanno dichiarato di aver ricevuto solo l'80% dei chip già ordinati nel secondo trimestre del 2021. E la situazione sembra peggiorare: nel terzo trimestre è probabile che la media di ordini evasi scenderà al 70%. La società di analisi osserva che la crisi interessa un po' tutti i marchi del settore, Apple un po' meno dei concorrenti Android come Samsung, Xiaomi e Oppo.

Oltre che sulle auto, la crisi dei semiconduttori sta pesando anche nel settore dei videogiochi e delle console. Lo sviluppo dei chip è la chiave per la competitività tecnologica, infatti grandi aziende come Google e Apple sono al lavoro da tempo per sviluppare in casa i loro semiconduttori e ridurre così la dipendenza dai fornitori esterni. Secondo indiscrezioni i telefoni Pixel di Google potrebbero avere i processori interni - denominati Tensor - già nella prossima serie il cui lancio è imminente.